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DNSH e campi sintetici

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Il principio DNSH (Do No Significant Harm) tradotto in “non arrecare un danno significativo” all’ambiente nasce per coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema. La relazione del rispetto del principio DNSH è obbligatoria laddove è necessaria una valutazione dell'impatto ambientale (VIA) come ad esempio nei bandi legati agli interventi del PNRR che è fondamentale per accedere ai finanziamenti del RRF (Recovery and Resilience Facility) della Commissione Europea.

IL PRINCIPIO, LA RELAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL DNSH

DNSH e campi sintetici

Il principio del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente, anche noto come principio DNSH, cioè “Do No Significant Harm", nasce per coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema, garantendo che gli investimenti siano realizzati senza pregiudicare le risorse ambientali.

La relazione sul rispetto del principio DNSH è obbligatoria per quelle attività per le quali è richiesta una valutazione dell'impatto ambientale prima di poter essere classificate come sostenibili, secondo le indicazioni della Tassonomia dell'Unione Europea sulle attività sostenibili.

Valutare la DNSH significa analizzare gli impatti negativi e positivi delle attività economiche sulle persone e sull'ambiente, utilizzando indicatori specifici e considerando i diritti umani e gli standard ambientali.

IL DNSH E LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI E LE AZIENDE

Le pubbliche amministrazioni devono adeguarsi alla regolamentazione del DNSH (Do No Significant Harm) per garantire attraverso le proprie attività la tutela dell'ambiente, della salute umana e della biodiversità. I principi del DNSH si applicano infatti agli appalti pubblici, all'acquisto di beni e servizi, alle politiche ambientali e sociali. Alcuni esempi di ambiti di applicazione riguardano la gestione dei rifiuti, l'energia, l'agricoltura e la mobilità. È importante che le pubbliche amministrazioni adottino politiche sostenibili e monitorino costantemente gli impatti delle loro attività. L'adeguamento alla regolamentazione del DNSH, oltre ad essere obbligatoria in alcuni casi, può migliorare la reputazione dell'amministrazione e creare vantaggi competitivi.

Tutti gli interventi del PNRR sono soggetti al rispetto del principio DNSH, che pertanto è fondamentale per accedere ai finanziamenti del RRF.

Le aziende sono chiamate a adeguarsi alla regolamentazione del DNSH (Do no significant harm), per garantire un impatto sostenibile delle loro attività sull'ambiente e sulla società.

La valutazione DNSH è obbligatoria per le grandi imprese con oltre 500 dipendenti e per le imprese che operano in settori ad alto impatto ambientale. Ma la valutazione DNSH può essere vantaggiosa anche per le piccole e medie imprese in termini di reputazione, fiducia del consumatore e accesso a finanziamenti sostenibili. È importante comprendere le implicazioni di questa regolamentazione per le proprie attività e agire di conseguenza per garantire un impatto positivo e sostenibile.

GLI OBIETTIVI AMBIENTALI DEL PRINCIPIO DNSH

Il principio DNSH ha origine dalla Tassonomia delle attività economiche ecosostenibili, la normativa europea che intende offrire una definizione e classificazione univoca di quali attività possono definirsi sostenibili e a quali condizioni. A raggiungimento di tale scopo sono stati innanzitutto individuati 6 obiettivi ambientali:

1. MITIGAZIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Un'attività economica non deve portare a significative emissioni di gas serra (GHG).

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 10 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici se contribuisce in modo sostanziale a stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera al livello che impedisce pericolose interferenze di origine antropica con il sistema climatico in linea con l’obiettivo di temperatura a lungo termine dell’accordo di Parigi evitando o riducendo le emissioni di gas a effetto serra o aumentando l’assorbimento dei gas a effetto serra, anche attraverso prodotti o processi innovativi mediante:

d) il passaggio all’uso di materiali rinnovabili di origine sostenibile;

e) l’aumento del ricorso alle tecnologie, non nocive per l’ambiente, di cattura e utilizzo del carbonio (carbon capture and utilisation — CCU) e di cattura e stoccaggio del carbonio (carbon capture and storage — CCS), che consentono una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra;

f) il potenziamento dei pozzi di assorbimento del carbonio nel suolo, anche attraverso attività finalizzate … all’agricoltura rigenerativa;

i) il sostegno di una delle attività elencate ai punti da a) ad h) del presente paragrafo in conformità dell’articolo 16.

L’articolo 16 della suddetta norma cita quanto segue:

Si considera che un’attività economica contribuisce in modo sostanziale a uno o più degli obiettivi ambientali enunciati all’articolo 9 se consente direttamente ad altre attività di apportare un contributo sostanziale a uno o più di tali obiettivi, a condizione che:

a) non porti a un blocco del patrimonio che comprometta gli obiettivi ambientali a lungo termine, considerando la durata economica di tale patrimonio; e

b) abbia un significativo impatto positivo per l’ambiente, sulla base di considerazioni relative al ciclo di vita.

Realizzando un campo da gioco, per raggiungere questo obiettivo bisogna fare un elenco dei materiali, il tempo impiegato dai macchinari ed i consumi per la costruzione e per la manutenzione per tutto il ciclo di vita del campo, tenuto conto delle emissioni dirette e indirette.

Le emissioni dirette sono quelle relative alle tre fasi di costruzione, manutenzione e smaltimento del campo, quindi, bisogna tenere conto il tempo d’impiego dei macchinari utilizzati ed il consumo di risorse idriche ed energetiche (energia elettrica e carburante) a ciascuna di queste fasi. Le emissioni nella prima e terza fase vanno suddivise su tutta la vita utile del campo da gioco.

Le emissioni indirette sono quelle relative alla estrazione o fabbricazione dei materiali, la quantità necessaria impiegata nel progetto, la distanza dal luogo di origine che durante la progettazione possono influenzare la scelta di un materiale rispetto ad un altro.

POWERgrass ha sviluppato il metodo HEALgreen, che potenzia la fotosintesi applicando gli insegnamenti dell'agricoltura rigenerativa alla manutenzione dell'erba naturale catturando maggiormente la CO2 grazie alla coltivazione intensiva del tappeto erboso.
Aumentare il potenziale della fotosintesi contribuisce all’abbassamento della temperatura atmosferica sia perché viene ridotta la concentrazione del CO2 in atmosfera sia per quanto attribuito al vapore acqueo (H2O) che è il principale gas a effetto serra, responsabile per circa due terzi dell'effetto serra naturale. Le piante, attraverso la traspirazione dell’acqua, svolgono un’azione importante di rinfrescamento dell’aria giorno e notte. L’utilità delle piante nel mitigare il clima urbano è considerata la strategia più economica per contrastare la crescita della cosiddetta “isola calda”.
L’uso di compost nella fase di semina così come l’uso di concimi organici nazionali favorisce lo sviluppo di una produzione locale a basse emissioni per il trasporto di prodotti spesso importati oltre oceano.

2. ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Un'attività economica non deve determinare un maggiore impatto negativo al clima attuale e futuro, sull'attività stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni.

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 11 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale all’adattamento ai cambiamenti climatici se:

a) comprende soluzioni di adattamento che riducono in modo sostanziale il rischio di effetti negativi del clima attuale e del clima previsto per il futuro sull’attività economica o riducono in modo sostanziale tali effetti negativi, senza accrescere il rischio di effetti negativi sulle persone, sulla natura o sul patrimonio; o

b) fornisce soluzioni di adattamento che, oltre a soddisfare le condizioni stabilite all’articolo 16, contribuiscono in modo sostanziale a prevenire o ridurre il rischio di effetti negativi del clima attuale e del clima previsto per il futuro sulle persone, sulla natura o sul patrimonio, senza accrescere il rischio di effetti negativi sulle altre persone, sulla natura o sul patrimonio.

Negli ultimi anni abbiamo avuto variazioni alternando piogge abbondanti a lunghi periodi di siccità, condizioni ideali per generare alluvioni e la erosione del suolo agricolo. Anche se si crea il più grande sistema fognario della città oppure canali di raccolta delle acque piovane in campagna, si tratta sempre di una piccola parte del territorio complessivo.

Quando si tratta di costruzioni nel verde pubblico o privato, l'obiettivo del sistema di drenaggio è:

  1. rimuovere l'acqua dalla superficie per evitare ristagni o ruscellamenti superficiali che causano danni per il soffocamento della vegetazione e l'erosione del suolo; per questo motivo si utilizza sabbia in superficie o terreno altamente poroso che, se mantenuto adeguatamente aerato, permette un'infiltrazione di almeno 230 mm/h; la prevenzione del deflusso delle acque superficiali che causano l'erosione del suolo è una conseguenza del dissesto idrogeologico che negli ultimi anni è diventato un'emergenza;
  2. immagazzinare l'acqua nel suolo e nella vegetazione promuovendo lo sviluppo di radici profonde che, in associazione con rizobatteri e micorrize, aumentano in modo significativo la materia organica e la capacità della rizosfera di trattenere l'acqua piovana, la capacità del terreno di immagazzinare acqua aumenta se vengono realizzate delle fessure di sabbia che consentono di far penetrare più facilmente l’acqua negli strati più profondi;
  3. favorire la ricarica delle falde acquifere con acqua potabile filtrata dalla vegetazione attraverso la costruzione di trincee di drenaggio che aumentano la superficie del terreno non soggetta a calpestio, in grado di assorbire più acqua piovana; nelle trincee di drenaggio sono installate le tubazioni microforate che raccolgono l’acqua in eccesso per trasportarla nei punti di raccolta esterni del campo dove si possono realizzare dei pozzi perdenti fino a raggiungere la falda acquifera oppure uno strato di ghiaia profondo;
  4. ridurre e/o rallentare il convogliamento nella rete fognaria pubblica solo dell'acqua in eccesso che, a causa dell'intensità delle piogge, saturerebbe gli strati di terreno e i pozzi perdenti; la raccolta dell'acqua piovana per uso irriguo richiede la costruzione di bacini di grandi dimensioni per coprire il fabbisogno di almeno 5 cicli di irrigazione e sono consigliati quando il reintegro dell'acqua nelle vasche che ospitano la pompa di irrigazione è molto lento o l'area è soggetta a forti precipitazioni alternate a lunghi periodi di siccità; in questo caso, è bene convogliare l'acqua dei tubi microforati nel primo serbatoio di accumulo prima dei pozzi perdenti.
Il sistema POWERgrass è progettato per catturare e conservare l'acqua piovana nel terreno e nella vegetazione, riducendo la necessità di irrigazione e consentendo di superare anche lunghi periodi di siccità. Il supporto dell'erba sintetica riduce l'evaporazione dell'acqua e l'impatto dei fenomeni idrofobici causati dal vento caldo in estate.
Le radici crescono in profondità, aggregando il terreno alla rete dell'erba artificiale, rendendo il sistema ibrido resistente a qualsiasi evento atmosferico che possa causare inondazioni o erosione del suolo. Il sistema può rimanere sommerso dall'acqua senza subire gravi danni.

3. USO SOSTENIBILE E PROTEZIONE DELLE ACQUE E DELLE RISORSE MARINE

Un'attività economica non deve essere dannosa per il buono stato dei corpi idrici (superficiali, sotterranei o marini) e determinare il deterioramento qualitativo o la riduzione del potenziale ecologico.

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 12 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale all’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine se contribuisce in modo sostanziale a conseguire il buono stato dei corpi idrici, compresi i corpi idrici superficiali e quelli sotterranei, o a prevenire il deterioramento di corpi idrici che sono già in buono stato, oppure dà un contributo sostanziale al conseguimento del buono stato ecologico delle acque marine o a prevenire il deterioramento di acque marine che sono già in buono stato ecologico mediante:

a) la protezione dell’ambiente dagli effetti negativi degli scarichi di acque reflue urbane e industriali, compresi i contaminanti che destano nuove preoccupazioni, quali i prodotti farmaceutici e le microplastiche, per esempio assicurando la raccolta, il trattamento e lo scarico adeguati delle acque reflue urbane e industriali;

c) il miglioramento della gestione e dell’efficienza idrica, anche proteggendo e migliorando lo stato degli ecosistemi acquatici, promuovendo l’uso sostenibile dell’acqua attraverso la protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, anche mediante misure quali il riutilizzo dell’acqua, assicurando la progressiva riduzione delle emissioni inquinanti nelle acque sotterranee e di superficie, contribuendo a mitigare gli effetti di inondazioni e siccità, o mediante qualsiasi altra attività che protegga o migliori lo stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici;

Nei campi sportivi sintetici, il rischio di inquinamento dei corpi idrici è legato alla dispersione di microplastiche (pezzi più piccoli di 5 mm) causata dalla presenza di granuli di gomma nell'intaso e dalla frantumazione delle fibre sintetiche in seguito al gioco intenso e all'esposizione al sole.

Nei campi sportivi naturali, dall’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi uniti ai liquami provenienti dagli allevamenti inquinano le falde acquifere e i corsi d’acqua per via del dilavamento del terreno.

Il sistema POWERgrass non contiene granuli di gomma che si possono disperdere nei corsi d’acqua mentre le fibre sintetiche sono protette dai raggi UV del sole e dall’usura eccessiva provocata dall’attività di gioco per merito dell’erba naturale che copre a sua volta l’erba sintetica.
La POWERgrass promuove la diffusione dell’agricoltura rigenerativa per la manutenzione dell’erba naturale perché oltre ad essere maggiormente efficace rende il prato resistente agli stress biotici ed abiotici, senza farne l’uso di pesticidi. L’apporto dei nutrienti è ridotto al 50% e di rapido assorbimento dalle piante prevenendo così il rischio di inquinamento dei corpi idrici. Catturare e sequestrare la CO2 comporta un aumento della sostanza organica nel terreno per merito di una ricca attività biologica che a sua volta consente di immagazzinare e purificare una maggiore quantità di acqua piovana mitigando anche i fenomeni di siccità.
Le microfessure di sabbia favoriscono l’immagazzinamento dell’acqua nel suolo per il successivo riutilizzo diretto dalle radici dell’erba naturale e rendono il prato meno dipendente dall’irrigazione. Nelle zone dove persistono lunghi periodi di siccità alternati da piogge copiose l’istallazione di grandi serbatoi di accumulo consentono di conservare l’acqua piovana per l’uso irriguo.
Il campo POWERgrass è dotato di sonde di monitoraggio delle condizioni di crescita nel suolo e del meteo fornendo preziose informazioni per la gestione dell’impianto d’irrigazione e prevenire stress idrici ed ottimizzare i consumi. L’impianto d’irrigazione è dotato da una centralina di controllo, anche da remoto, per rendere maggiormente flessibile la variazione della programmazione in funzioni dei cambiamenti climatici.

4. TRANSIZIONE VERSO UN’ECONOMIA CIRCOLARE

Un'attività economica non deve portare a significative inefficienze nell'utilizzo di materiali recuperati o riciclati, ad incrementi nell'uso diretto o indiretto di risorse naturali, all’incremento significativo di rifiuti, al loro incenerimento o smaltimento, causando danni ambientali significativi a lungo termine.

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 13 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale alla transizione verso un’economia circolare, compresi la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, se:

a) utilizza in modo più efficiente le risorse naturali, compresi i materiali a base biologica di origine sostenibile e altre materie prime, nella produzione, anche attraverso:

i) la riduzione dell’uso di materie prime primarie o aumentando l’uso di sottoprodotti e materie prime secondarie; o

ii) misure di efficienza energetica e delle risorse;

b) aumenta la durabilità, la riparabilità, la possibilità di miglioramento o della riutilizzabilità dei prodotti, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;

c) aumenta la riciclabilità dei prodotti, compresa la riciclabilità dei singoli materiali ivi contenuti, anche sostituendo o riducendo l’impiego di prodotti e materiali non riciclabili, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;

d) riduce in misura sostanziale il contenuto di sostanze pericolose e sostituisce le sostanze estremamente preoccupanti in materiali e prodotti in tutto il ciclo di vita, in linea con gli obiettivi indicati nel diritto dell’Unione, anche rimpiazzando tali sostanze con alternative più sicure e assicurando la tracciabilità dei prodotti;

e) prolunga l’uso dei prodotti, anche attraverso il riutilizzo, la progettazione per la longevità, il cambio di destinazione, lo smontaggio, la rifabbricazione, la possibilità di miglioramento e la riparazione, e la condivisione dei prodotti;

f) aumenta l’uso di materie prime secondarie e il miglioramento della loro qualità, anche attraverso un riciclaggio di alta qualità dei rifiuti;

g) previene o riduce la produzione di rifiuti, anche la produzione di rifiuti derivante dall’estrazione di minerali e dalla costruzione e demolizione di edifici;

h) aumenta la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti;

j) riduce al minimo l’incenerimento dei rifiuti ed evita lo smaltimento dei rifiuti, compresa la messa in discarica, conformemente ai principi della gerarchia dei rifiuti;

k) evita e riduce la dispersione di rifiuti;

Il campo in erba ibrida POWERgrass richiede una moderata quantità di risorse minerali (sabbia silicea e pietrisco per il drenaggio) che utilizza senza alcuna trasformazione quindi riutilizzabili a fine ciclo di vita, privilegiando quelle più vicine al campo e materiali rinnovabili come il sughero. 
Il rinnovo perpetuo dell'erba naturale consente di prolungare la vita del sistema ibrido fino a 2 o 3 volte rispetto a un campo sintetico, senza compromettere la capacità di giocare in sicurezza. Garantire un campo sempre praticabile evita anche il costoso rifacimento dei campi in erba naturale, che ha un impatto negativo sull'ambiente. 
Il sistema è riciclabile alla fine del suo ciclo di vita, ma è anche riutilizzabile. Anche dopo trent'anni, se si ritiene utile sostituire il sistema, è sempre possibile rimuoverlo e riutilizzarlo in un nuovo sito dove è necessario un minore rinforzo, come nel giardino di una scuola, in un parco pubblico o nei bordi delle strade per contenere l'erosione del suolo.

5. PREVENZIONE E RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO

Un'attività economica non deve determinare un aumento delle emissioni di inquinanti nell'aria, nell'acqua o nel suolo.

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 14 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento se contribuisce in modo sostanziale alla protezione dell’ambiente dall’inquinamento mediante:

a) la prevenzione o, qualora ciò non sia possibile, la riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo, diverse dai gas a effetto serra;

b) il miglioramento del livello di qualità dell’aria, dell’acqua o del suolo nelle zone in cui l’attività economica si svolge, riducendo contemporaneamente al minimo gli effetti negativi per la salute umana e l’ambiente o il relativo rischio;

c) la prevenzione o la riduzione al minimo di qualsiasi effetto negativo sulla salute umana e sull’ambiente legati alla produzione e all’uso o allo smaltimento di sostanze chimiche;

Nei campi sportivi sintetici, il rischio di inquinamento dei corpi idrici è legato alla dispersione di microplastiche (pezzi più piccoli di 5 mm) causata dalla presenza di granuli di gomma nell'intaso e dalla frantumazione delle fibre sintetiche in seguito al gioco intenso e all'esposizione al sole.

Nei campi sportivi naturali, dall’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi uniti ai liquami provenienti dagli allevamenti inquinano le falde acquifere e i corsi d’acqua per via del dilavamento del terreno.

Il sistema POWERgrass risolve questo problema perché non esiste un filtro naturale migliore dei campi ricoperti d'erba che, se coltivati in modo biologico, non presentano rischi di inquinamento da un eventuale abuso di fertilizzanti o prodotti chimici. L'erba naturale coltivata nei campi sportivi viene tagliata una o più volte alla settimana, caratteristica che favorisce un'elevata densità di erba rispetto a quanto si trova in natura. La presenza dell'erba sintetica offre un campo sempre giocabile e una maggiore flessibilità nel piano di manutenzione; seguendo gli insegnamenti dell'agricoltura rigenerativa, si possono apportare modeste quantità di fertilizzanti con maggiore frequenza per evitare il dilavamento; allo stesso tempo, l'erba diventa più resistente agli stress biotici e abiotici, per cui l'uso di pesticidi può essere completamente eliminato. 
Le piante possono svolgere un’importante funzione di filtro purificando l’aria dalle sostanze inquinanti, polveri sottili (PM10 e PM2.5) e gas (monossido di carbonio, biossido d’azoto, anidride solforosa, ozono, ecc.) presenti nell’atmosfera. L’erba naturale purifica l’aria perché tramite la traspirazione cattura le polveri attraverso l’aumento dell’umidità.

6. PROTEZIONE E RIPRISTINO DELLA BIODIVERSITÀ E DEGLI ECOSISTEMI

Un'attività economica non deve essere dannosa per le buone condizioni e resilienza degli ecosistemi o per lo stato di conservazione degli habitat e delle specie, comprese quelle di interesse per l'Unione.

Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 15 del regolamento UE 2020/852  cita quanto segue:

1. Si considera che un’attività economica dà un contributo sostanziale alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi se contribuisce in modo sostanziale a proteggere, conservare o ripristinare la biodiversità o a conseguire la buona condizione degli ecosistemi, o a proteggere gli ecosistemi che sono già in buone condizioni, mediante:

b) l’uso e la gestione sostenibile del territorio, anche attraverso l’adeguata protezione della biodiversità del suolo, la neutralità in termini di degrado del suolo e la bonifica dei siti contaminati;

c) pratiche agricole sostenibili, comprese quelle che contribuiscono a migliorare la biodiversità oppure ad arrestare o prevenire il degrado del suolo e degli altri ecosistemi, la deforestazione e la perdita di habitat;

e) il sostegno di una delle attività elencate alle lettere da a) a d) del presente paragrafo, in conformità dell’articolo 16.

Il patrimonio “Verde Pubblico” è quella parte del territorio sottratta dalla edilizia per mitigare l’impatto della eccessiva edificazione sull’ambiente e la sua conservazione spetta alle amministrazioni pubbliche. I campi sportivi in erba fanno parte del patrimonio del verde pubblico ma il crescente fabbisogno di campi di gioco altamente fruibili e le scarse risorse per la manutenzione dell’erba naturale ha portato al degrado dei campi da gioco.

Negli ultimi due decenni abbiamo assistito a una massiccia trasformazione dei campi in tappeto erboso sintetico con intaso in gomma, ma queste scelte hanno avuto un impatto negativo sull'ambiente e sulla biodiversità. Non c'è nulla di biologico in un campo sintetico, quindi è necessario un cambio di paradigma per recuperare la biodiversità perduta dei campi da gioco. Solo l'erba naturale può promuovere una ricca attività biologica nel terreno, ma l'impatto del calpestio frequente deve essere ridotto per consentire una gestione efficace dei campi in erba naturale.

Il sistema ibrido offre la possibilità di standardizzare le caratteristiche prestazionali per la sicurezza del gioco e di mitigare gli stress biotici e abiotici nonostante l'intenso calpestio previsto in un campo altamente utilizzabile. Il supporto del tappeto ibrido impedisce la compattazione del substrato sottostante, fornisce un'elevata circolazione dell'aria e un punto di ancoraggio per le radici, che penetrano nel supporto e sono protette dagli stress termici (caldo o freddo) e dall'essiccazione, creando così condizioni di crescita più favorevoli. 
In questo contesto, è possibile coltivare l'erba naturale con il metodo dell'agricoltura rigenerativa, più efficace. Infatti, è noto che nell'agricoltura intensiva le piante sfruttano una piccola parte del potenziale della fotosintesi clorofilliana perché assorbono solo una piccola parte dei nutrienti presenti nel terreno e nei fertilizzanti (si stima al massimo il 20%). L'ottimizzazione della fotosintesi clorofilliana è il punto centrale dell'agricoltura rigenerativa attraverso il metodo delle applicazioni fogliari per "nutrire le piante per rigenerare il suolo" che è più efficace rispetto al metodo dell'agricoltura intensiva che mira a "fertilizzare il suolo per nutrire le piante". Maggiore è l'attività della fotosintesi, maggiore è la produzione di carboidrati che in parte sono trasportati dalle radici nel terreno attraverso gli essudati radicali offrendo il cibo necessario per nutrire l'attività biologica del terreno. Intorno alle radici (rizosfera) è sufficiente la presenza di uno leggero strato di acqua per sviluppare una attività biologica, ricca di movimento e di scambi nutrizionali. Sono proprio i rizobatteri e le micorrize i minatori ideali per favorire la mineralizzazione degli elementi presenti nella natura. Con l’applicazione del metodo dell’agricoltura rigenerativa è possibile ripristinare la biodiversità perduta nella rizosfera in un campo da gioco costipato in pochi mesi, alleviando la compattazione ed avviando un circolo virtuoso con le concimazioni fogliari perché “bisogna fornire il fertilizzante alle piante in un modo che le radici lo possano schivare”.

LA TASSONOMIA VERDE E REQUISITI DELLA ECO-SOSTENIBILITA’

l principio DNSH si basa su quanto specificato nella “Tassonomia per la finanza sostenibile”, adottata per promuovere gli investimenti del settore privato in progetti verdi e sostenibili nonché contribuire a realizzare gli obiettivi del Green Deal europeo.

Alla luce degli obiettivi elencati, la Tassonomia ha previsto 3 requisiti che un’attività deve rispettare per essere definita eco-sostenibile:

  1. Deve fornire un contributo sostanziale ad uno dei sei obiettivi ambientali.
  2. Non deve arrecare un danno significativo a nessuno degli altri obiettivi ambientali (DNSH).
  3. Deve rispettare le garanzie sociali minime.
IL MONITORAGGIO E LA RENDICONTAZIONE
Dalla necessità di monitoraggio e gestione automatizzata di indicatori di sostenibilità nascono gli strumenti dedicati al DNSH.
1. Gestione automatizzata dei dati: bisogna adottare software su piattaforma Web accessibili dal da un browser per automatizzare in proprio la raccolta e la gestione e dei dati necessari al DNSH.
2. Monitoraggio: misurare e visualizzare gli impatti riferiti a progetti, obiettivi e territori.
3. Personalizzazione: soluzioni semplici che possono crescere in linea con le esigenze.

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