POWERgrass è un sistema in erba ibrida innovativo frutto di un profondo know-how di due mondi opposti, di una lunga ricerca e di grande coraggio per uscire fuori dagli schemi. Oggi si può affermare con certezza che è il primo sistema veramente ibrido che favorisce una convivenza equilibrata tra il prato naturale e quello sintetico per sostenere un gioco intensivo e ridurre la manutenzione, con numerosi vantaggi reciproci. Durante lo sviluppo del sistema, abbiamo ideato soluzioni originali che hanno prodotto ben 5 brevetti d'invenzione che certificano l'innovazione ed il nostro impegno di ricerca. Oltre 30 installazioni sono la prova di efficacia.
Le buone idee sono il 50% del successo
Nel 2011, il dott. Niko Sarris, individuò la soluzione che presto avrebbe cambiato il modo in cui venivano e vengono realizzati i campi sportivi. Nonostante la sua esperienza ventennale nel settore dei campi in erba naturale e artificiale dovette affrontare innumerevoli problematiche e vincere numerose sfide per pervenire al sistema ibrido POWERgrass.
Il dott. Sarris, consapevole del valore della sua realizzazione, presenterà la prima domanda di brevetto Europeo agli inizi del 2012 nell'EPO (European Patent Office).
Un anno più tardi presenterà domanda del brevetto alla WIPO (World International Patent Office) per l'estensione nel resto del Mondo introducendo nuove caratteristiche ed una soluzione alternativa con il metodo di produzione dell'erba Woven, depositata nuovamente anche all'EPO.
All'inizio del 2014 presenterà un terzo brevetto, figlio del primo, per proteggere una ulteriore caratteristica che ha scoperto durante la sua ricerca.
Verso la fine del 2017 presenta il quarto brevetto per la saldatura delle fibre alla rete con l'innovativo metodo LC-HM (Linear Coating Hot Melt) che verrà successivamente usato anche per la produzione dell'erba sintetica riciclabile. A Novembre 2020 Sarris presenterà il quinto brevetto di perfezionamento che comprende anche il macchinario sviluppato a tale scopo.
Proteggere il Vostro Investimento
I brevetti certificano che una idea sia nuova e che risolve un problema tecnico ma le installazione eseguite con successo sono le prove di efficacia. Divulgare questa soluzione è la nostra mission ma, spesso gli interessi sono contrastanti e la concorrenza, in assenza di soluzioni equivalenti, tende a denigrare la novità o copiare senza disporre il know-how ma, quando ci sono le prove di efficacia dei sistemi a confronto è difficile negare l'evidenza.
Sarris ha sempre abbracciato coloro che vogliono capire come funziona la sua innovazione e di recente, in un dibattito pubblico a Linkedin, su provocazione di un concorrente di fama internazionale, si è reso disponibile ad qualsiasi confronto o test purché sia fatto obiettivamente con il metodo a "doppio cieco", ma egli non ha voluto rischiare.
Sarris non è motivato dallo sfruttamento speculativo delle sue invenzioni ma vorrebbe vederle che diventassero un faro per fare impresa in modo più equo tra le varie classi sociali, in equilibrio con l'ambiente, emulando la natura. Il suo know-how è pubblicato gran parte in questo sito ed è disponibile gratuitamente a chiunque.
I prati ibridi non sono una novità. Il primo sistema è stato brevettato nel 1990 in Olanda e subito dopo nel 1993, ne fu brevettato un altro negli Stati Uniti. In Italia sono stati usati più volte nello stadio di San Siro, a Novara, a Genova e nello stadio di Bergamo oltre in alcuni campi di allenamento di squadre importanti come il Milan all'inizio del secolo.
Sviluppando il sistema di prato ibrido POWERgrass abbiamo dovuto confrontarci con lo stato dell'arte di altri sistemi già presenti, comprendere i limiti, proporre una soluzione nuova e valutare il vantaggio tecnico che essa produce. Di conseguenza, nella nostra ricerca abbiamo dovuto studiare le caratteristiche di tutti i sistemi già presenti che, dal punto di vista teorico, sarebbero idonei a rinforzare l'erba naturale.
Saldatura delle fibre alla rete con LC-HT
L'obbiettivo principe dei sistemi ibridi è quello di aumentare la resistenza all'usura ed allo strappo delle zolle d'erba naturale. Nella nostra ricerca abbiamo individuato 3 sistemi ibridi che hanno avuto un discreto successo limitatamente però ai club con elevati budget di spesa perché il costo per l'installazione e la successiva manutenzione è elevato.
Uno degli aspetti più evidenti, eppure sottovalutato da molti, è che l'erba non cresce volentieri nel manto sintetico tradizionale. Sembrerebbe una simbiosi impossibile e proprio per questo esiste la convinzione che i sistemi ibridi non mantengano quanto promesso ed in certi casi siano delle vere e proprie "fregature". Alcuni sistemi ibridi funzionano nel primo periodo, ma i vantaggi svaniscono rapidamente. In altri casi, il prato va in crisi appena raggiunge la densità desiderata e le condizioni meteo non sono più favorevoli alla crescita. Molto spesso, la superficie diventa troppo dura o asfittica per l'erba che stenta a crescere perché trova una resistenza meccanica elevata oppure perché la radice non respira. La densità del manto dirada rapidamente e l'effetto ammortizzante viene a mancare: i giocatori si lamentano a causa della durezza del campo che provoca problemi nei legamenti.
Mantenere l'equilibrio per favorire la crescita del prato dentro l'erba sintetica, diventa spesso un lavoro arduo e complesso facendo aumentare il budget di spesa drasticamente. I tecnici sono costretti ad usare spesso la Verti-Drain per dissodare lo strato vegetale sabbioso, riseminare e fertilizzare ripetutamente.
L'esperienza ci ha insegnato che nei sistemi del passato, a parità di manutenzione, le condizioni di crescita del prato sono meno favorevoli quindi l'erba tende a cedere rapidamente proprio perché il fondo diventa rapidamente duro. Tuttavia, la stabilità della superficie è maggiore e la planarità molto spesso è impeccabile perché non si formano buche pericolose. Sono questi i motivi che suscitano interesse per ulteriori ricerca e sviluppo di soluzioni più efficaci.
Il rinforzo dell'erba naturale è stato oggetto di studio soltanto da pochi soggetti al mondo perché richiede competenze approfondite di due mondi opposti, quello dell'erba naturale e quello dell'erba sintetica. La comunità scientifica è disinteressata perché spesso l'eccessiva specializzazione ad un argomento specifico fa perdere la visione complessiva dell'insieme.
Infine, l'espansione esponenziale dei campi in erba sintetica dal 2004 ad oggi non ha suscitato un interesse economico di pensare a qualcosa di diverso. Nell'immaginario comune, l'erba sintetica avrebbe fornito una risposta definitiva sull'utilizzo intensivo, sulla sicurezza dei giocatori e sulla ridotta manutenzione.
Il sistema ibrido POWERgrass ha superato tutti i limiti dei vecchi sistemi ibridi, migliorando le condizioni di crescita dentro una erba sintetica studiata ad hoc rispetto ad una applicazione con lo stesso substrato senza rinforzo. L'erba naturale aumenta così la resistenza all'usura ed allo strappo mentre protegge allo stesso tempo l'erba sintetica dai raggi UV del sole.
Il sistema ibrido POWERgrass consiste nell'utilizzo dell'erba sintetica con un supporto studiato ad hoc, non biodegradabile, drenante e traspirante su tutta la superficie. La struttura tridimensionale del supporto, laddove sono ben fissati i filati artificiali, forma numerosi pori interconnessi che consentono alle radici del prato di respirare, penetrare e crescere anche al di sotto del supporto artificiale, nel substrato vegetale sabbioso.
Il progetto POWERgrass non è soltanto una alternativa degli altri sistemi ibridi che puntano a rinforzare l'erba per giocare qualche ora in più, durante la stagione di gioco, senza che si strappino le zolle d'erba negli stadi dei professionisti.
Il progetto POWERgrass, pur mantenendo le prerogative di gioco che amano i professionisti, punta ad offrire un terreno da gioco per oltre 1000 ore l'anno che corrisponde alla domanda di mercato di quasi tutti i club dilettantistici ed i campi allenamento dei professionisti, e questo è possibile grazie ad una innovazione che coniuga caratteristiche più uniche che rare, oggetto di quattro brevetti d'invenzione, che consentono di:
Il substrato di crescita dell'erba naturale è realizzato a base di sabbia silicea, conforme alle norme USGA. In Italia la sabbia è presente vicino ai fiumi ed altri siti dov'è possibile estrarla in modo naturale.
Nell'Italia centrale esiste un minerale contenente zeolite, un ottimo ammendante minerale, e la produzione di compost è diffusa in tutta la penisola. Mescolando gli ammendanti con la sabbia silicea, è possibile formare un substrato adatto alla coltivazione del prato e resistente al calpestio.
Nel sistema, i grani di sughero gentile sono posati sopra il supporto di tappeto erboso ibrido per ammorbidire la superficie di gioco, ridurre la compattazione e fornire un effetto isolante.